Gazometri

gennaio 9, 2011 § 1 Commento

 rosalba conserva, laura scarino

Facciamo che, nell’inesorabile biannuale cambio della locazione dei vestiti negli armadi, e nel caso specifico in quello dedicato alla vostra collezione autunno-inverno, vi siate ritrovati tra le mani una giacca dimenticata e assai graziosa ma con dei bottoni inguardabili, e che sappiate − o qualcuno vi possa insegnare velocemente a − cambiare dei bottoni. Dopo aver seguito, si spera con profitto, alcune lezioni-base di cucito, quello di cui avrete ora bisogno sono dei nuovi bottoni e una merceria dove comperarli

Se alcuni di voi vorranno giustamente obiettare che non fanno cambi di stagione perché tengono sempre i vestiti nel loro unico armadio a due ante, possono tranquillizzarsi: neanche Laura li fa, per il motivo detto sopra; ogni tanto però capita anche a lei di dover cambiare dei bottoni…Dopo aver setacciato infruttuosamente il vostro quartiere alla ricerca dei bottoni, scomparsi insieme alle mercerie, sarete pronti per seguirci perché, con un vero colpo di fortuna, noi la merceria l’abbiamo trovata.

Salite quindi senza ulteriori esitazioni sull’autobus 170 o 766, non ha importanza. L’importante è che scendiate alla fermata di fronte a via Enrico Fermi. Il quartiere è quello popoloso e popolare di viale Marconi, adiacente a Trastevere e al fiume Tevere, fitto di palazzoni a molti piani e di vie laterali piene di automobili parcheggiate. Sgusciando tra macchine e persone, imboccate via Fermi e seguitela fino al numero 20. Lì troverete la merceria che avete sempre sognato.

Usciti che siate dal negozio, girate a sinistra per via Peano: arriverete a via Blaserna, una strada che termina nel punto dove il lungotevere Pietra Papa cambia nome e diventa Vittorio Gassman, e preparatevi a entrare in un’altra città. Alla vostra destra, l’edificio che fu sede della Galbani (come ancora dichiarato dalla scritta: “Spa Egidio Galbani”) e che adesso, con ampie terrazze e persiane di legno dipinte di celeste, offre in vendita o in affitto locali per uffici e anche appartamenti. Subito dopo, “La città del gusto”, un tempo Consorzio agrario con annessa vendita di trattori, ora edificio in vetro e metallo con scale, ascensori, sale da convegno con cucina, scuola di cucina, wine bar, ristorante, un negozio di utensili per cucinare piatti, si presume, raffinati e complicatissimi, e soprattutto delle bellissime terrazze alle quali potrete accedere facendo finta di andare a bere qualcosa all’ultimo piano. Di lì, una vista superba su un tratto di lungotevere inaccessibile e rigoglioso, con i gazometri (anno 1901) e i vecchi magazzini del porto fluviale in primo piano, e, nella lontananza, l’Aventino, il campanile di Santa Maria Maggiore, le statue di San Giovanni in Laterano.

Discesi che siate dall’alto, troverete una strada, parallela al lungotevere, denominata (per adesso) via “Blaserna 101”, che porta a un albergo (“Hotel 01”) e termina in un luogo, in parte sterrato, in parte asfaltato. Siamo sempre nell’antica zona industriale, progettata nei primi anni del Novecento lungo il Tevere, il cui segno distintivo e spettacolare sono i gazometri di fronte a voi.

Tra edifici abbandonati, diroccati, semiutilizzati, imboccate via Tirone, e troverete un’area perfettamente e genialmente ristrutturata: tre caseggiati rossi, a due piani, che contrastano con lo stile edilizio-speculativo-anni-cinquanta di un lungo e alto palazzone, che fa loro da sfondo. Due delle case rosse, uguali e parallele, sono collegate da una scala esterna, e rinchiuse da una cancellata di ferro, dipinto di nero, che le separa da un vigneto inselvatichito e assediato da fitta e libera vegetazione, la quale ospita, ben nascosta dai rovi della boscaglia, una  imprecisata comunità che lì ha scelto la propria clandestina dimora.

Una squadra di ragazzini gioca a pallone, e per il resto… non c’è nessuno. Persiane chiuse e citofoni senza nome anche nella terza casa rossa, davanti al cui ingresso, dietro la cancellata, sorgono due garitte – dipinte anch’esse di rosso – con al centro un grande bonsai. Nel giardino circostante, cipressi e olivi in buona salute.

Dopo aver bevuto acqua freschissima alla fontanella, prendete a destra via Tirone. Per tutta la lunghezza della strada, un edificio, basso e con accesso anche ai seminterrati, ospita studi professionali e alle due parti estreme appartamenti con piccoli giardini e ampie terrazze. Lo stile riprende la vocazione industriale dell’intera area, testimoniata da ciò che resta della ex Mira Lanza, con ciminiera e annessa fabbrica di mattoni. Al centro della strada, un giardino di cespugli fioriti, panchine sistemate in piccoli spazi raccolti… Vi chiederete se siete davvero a Roma e non da qualche parte lungo il Tamigi a Londra.

Proseguendo per via Tirone, raggiungete il primo (o ultimo, dipende) tratto del lungotevere Gassman, dove troverete l’ingresso del Teatro India.

Si scende per un acciottolato fino al botteghino e ai tavolini gialli con sedie blu di un bar all’aperto, ombreggiato da esili alberi di noce. Se ci andate di giorno, portatevi qualcosa da bere e da mangiare perché il bar è chiuso.

Seduti alle sedie blu, con lo sguardo in direzione del Tevere, ammirate la fitta siepe di bambù, dietro cui sovrasta imponente il famosissimo gazometro, che pur lontano vi sembrerà vicinissimo. Intorno a voi, archi di mattoni (un tempo finestre) su blocchi di tufo − resti di quella che fu una fabbrica − fanno da recinzione al luogo.

Diretti ora verso il lungotevere Pietra Papa e schivando i ciclisti che qui viaggiano a velocità elevatissima, attraversate la strada e camminate costeggiando il fiume fino a un edificio bianco, completamente nuovo, sulla cui facciata d’ingresso si alza una vetrata di color grigio scuro che giunge fino all’ultimo piano. Sarà la Casa dello studente dell’università Roma Tre e sarà collegata all’altra sponda del fiume da un ponte di cui per ora vediamo solo i pilastri. Non potendo, per ritornare a casa, saltare da un pilastro all’altro, raggiungete ponte Marconi e attraversatelo per raggiungere la fermata della metropolitana B di San Paolo, non senza aver dato uno sguardo al fiume che scorre sotto di voi. Quando noi l’abbiamo guardato era verde giada.

 

Indirizzi utili: “LA MERCERIA” dal 1957 idee per te e la tua casa. Filati  Bottoni  Calze  Forniture per sarte  Articoli da ricamo  Passamanerie. Roma, via Enrico Fermi, 20/22.

 

Da vedere: “Tempi moderni”, USA 1936 di Charles S. Chaplin.

 

Da ascoltare: Dmitri Šostakovič, musiche per il balletto “Il bullone” (1930-1931).

 

Ringraziamenti agli ingegneri Giuseppe Davì (per la sua personale memoria del luogo) e Giuliano Cannata (per le notizie storiche sulla zona industriale) e a Gianmarco Bernava per averci preparato fusilli con salmone affumicato e panna (ottimi) permettendoci così, nel prezioso tempo risparmiato, di finire questo articolo.

 

 

alla voce Indirizzi utili, nella parte che qui ricopio – Filati  Bottoni  Calze  Forniture per sarte  Articoli da ricamo  Passamanerie. va lasciata tra le parole la doppia spaziatura

[école 79, dicembre 2010]

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